L’AMORE CHE NON SI SPEGNE

 

    La volontà di Dio per ogni coppia è che i due partner si amino con un’attrazione spirituale, emozionale e fisica profonda, destinata a crescere attraverso una vita vissuta insieme. E’ possibile, quindi, che ogni coppia cristiana sviluppi questa relazione amorosa nella sua vita matrimoniale, perché è in armonia con la volontà di Dio. Dato che è Lui che ci ha fatti, che ha concepito l’idea del matrimonio come strumento di benedizione per noi e che è l’origine della capacità d’amare, sa meglio di ogni altro come edificare l’amore nel matrimonio. L’amore nella coppia è il frutto dell’azione e rare volte cresce spontaneamente, così come una relazione problematica difficilmente migliora da sola.

    La parola “unirsi” utilizzata nella Bibbia per indicare l’unione matrimoniale, dà l’idea dell’azione. Il verbo ebraico “dabaq” (unirsi) significa infatti: “Aderire a, permanere uniti, mantenersi saldo, proseguire con fermezza, perseverare, prendere”. Nel Nuovo Testamento la parola greca usata per unirsi in matrimonio dà l’idea di “cementare, incollare, essere saldati in modo tale da non potersi separare senza arrecarsi danno mutuo”. Per Dio, quindi, unirsi significa un’offerta di se stessi fatta di tutto cuore nel campo spirituale, intellettuale, emozionale e fisico, realtà che apre la possibilità di unirsi al proprio coniuge anche nei dettagli più insignificanti della vita.

    Diventare una sola carne è qualcosa che va al di là di un fatto meramente fisico. La parola usata per l’unione sessuale è “conoscersi”. E’ infatti una conoscenza fisica intima e personale. Ci si scopre, quindi, non solo fisicamente, ma anche intimamente e la conseguenza di tutto ciò è una conoscenza più profonda l’uno dell’altro. Questa unione dà come risultato una nuova identità in cui si fondono due individui in uno: una mente, un cuore, un corpo e uno spirito.

 

 

 

L’AMORE DISINTERESSATO

 

1) L’amore abnegato significa azione e non soltanto un’attitudine benigna.

2) Significa partecipazione e non un comodo disimpegno dalle necessità degli altri.

3) Significa amare senza condizioni colui che non è amabile, che non lo merita e non corrisponde.

4) Significa un’offerta di sé permanente verso l’oggetto dell’amore.

5) Significa un’offerta di sé costruttiva e con un proponimento che non si basa su un sentimentalismo cieco, ma sulla conoscenza, la conoscenza cioè di quelle che sono le cose migliori per la persona amata.

6) Significa che la nostra condotta deve mostrare un interesse sempre presente per il bene supremo della persona amata.

7) E’ il prezzo principale e la miglior maniera per benedire il proprio coniuge.

 

    I due coniugi sperimenteranno tremendi benefici quando l’amore incondizionato diventerà parte integrante della loro vita matrimoniale. In primo luogo l’immagine che il nostro coniuge avrà di se stesso si fortificherà grandemente. La persona che si sente amata sempre e che è cosciente di non ricevere questo amore come ricompensa per il suo modo di agire, ma grazie al suo valore unico come persona, potrà rilassarsi e, in risposta, amare generosamente. La persona che si sente degna di essere amata può esprimere ogni forma di amore nella vita matrimoniale. Darà anche con allegria ciò che pensa di poter dare. Si sentirà tranquilla con se stessa e, come conseguenza, diventerà un compagno più gradevole.

    In secondo luogo dimostrare questo amore incondizionato può aiutare il nostro coniuge nei periodi di severa tensione. Alcune volte, quando il coniuge è più vulnerabile alle ferite a causa della tensione, è probabile che si comporti in un modo sgradevole. Questo è un segnale che bisogna dargli più amore del solito. L’amore incondizionato soddisferà le sue necessità durante i periodi di afflizione che si verificano prima o poi.

    In terzo luogo, in un’atmosfera di amore immutabile, i due coniugi possono trovare la sicurezza e la stabilità che li aiuterà a crescere e a diventare quegli individui che desiderano essere.

    In quarto luogo l’amore incondizionato permette di sopportare più facilmente i giorni difficili. Per il fatto di esserci proposti di esprimere questo amore disinteressato, il nostro comportamento non sarà sgradevole anche quando ci sentiamo depressi, preoccupati, ammalati o stanchi. Continueremo a trattare il nostro coniuge con cortesia e bontà ed eviteremo quegli scoppi d’ira che possono devastare il rapporto amoroso tra i coniugi. Cercheremo la grazia divina per continuare ad amare e non ci soffermeremo su ciò che sentiamo.

    In quinto luogo l’amore incondizionato toglie quello spirito difensivo da entrambe le parti. In questo modo non si sente più il bisogno di difendersi da qualche attacco, né di demolire l’altro con la critica. E’ così che dalla nostra casa si allontanerà la sindrome della lamentela costante e del dover dare spiegazioni.

 

    Analizziamoci un istante:

1) Il mio comportamento dei confronti degli altri è in funzione della loro condotta?

2) Il modo di agire del mio coniuge determina il grado di amore che gli offro?

3) Penso che l’amore deve manifestarsi come una ricompensa per la buona condotta?

4) Sento che il mio coniuge deve cambiare perché possa amarlo di più?

5) Penso di poter cambiare la condotta del mio coniuge ritirandogli il mio amore?

6) Ho degli scatti d’ira frequenti nei miei rapporti con altre persone?

 

    Consigli per fare dell’amore disinteressato la forza centrale della nostra vita matrimoniale:

1) Decidiamo di amare il nostro coniuge in modo incondizionato e permanente, in pensieri, parole e azioni. Dio ci ha dato una volontà libera. Possiamo quindi prendere decisioni e la volontà diventa, di conseguenza, la parte più influente della nostra personalità. Quando esercitiamo il suo potere di scelta, agiamo sulla totalità della nostra persona e il resto del nostro essere entra in armonia con ciò che abbiamo scelto e deciso. Possiamo, così, decidere di applicare i principi biblici di Dio rispetto all’amore e di dare questo amore al nostro coniuge senza limiti e condizioni.

 

2) Sviluppiamo la conoscenza necessaria per poter dare il massimo alla persona oggetto del nostro amore. Studiamo, perciò, le Scritture per imparare come lo sposo deve amare la sposa e ciò che la sposa richiede dallo sposo. Il marito si soffermerà soprattutto su Efesini 5, mentre la moglie su 1 Pietro 3. Da questo studio lo sposo scoprirà che Dio lo disegnò per essere un leader protettore, competente, che si prende cura della sposa e un amante tenero, generoso e cortese, che prende l’iniziativa nell’amore. La sposa, a sua volta, scoprirà che Dio la disegnò per rispondere all’amore dello sposo, per essere un aiuto convenevole capace di adattarsi alla sua vocazione, che possieda la bellezza di uno spirito docile e mansueto così che rispetti e rafforzi il marito nel suo amor proprio e gli sia motivo di diletto nella vita.

    E’ importante, quindi, avere una conoscenza intima della singolarità della persona con cui ci siamo sposati. Se non capiamo la necessità e i desideri particolari del nostro coniuge, non potremo soddisfarli con il nostro amore disinteressato.

    E’ praticamente impossibile che chi riceve amore disinteressato non si senta amato sinceramente. Ciò che è percepito come amore varia per ogni individuo. Per questo bisogna conoscere molto bene il nostro coniuge. Una persona può misurare l’amore secondo il modo come sono soddisfatte le sue necessità materiali o tramite cose tangibili, come regali costosi. Una donna può sentirsi amata dal marito perché questi la aiuta a lavare i piatti, o per la quantità di tempo che passa con lei, o per la frequenza con cui condivide con lei i suoi pensieri. Altri necessitano sentirsi dire con frequenza “ti amo”, o ricevere affetto fisico, come baci e abbracci. C’è chi valorizza molto la lealtà mostrata dal coniuge specialmente in pubblico, o la sensibilità sentimentale o l’appoggio che riceve per il suo sviluppo personale. Manifestiamo quindi l’amore al nostro coniuge in modo tale che questi non possa dubitarne.

    Parliamo francamente con il nostro coniuge su quegli aspetti che ci fanno sentire amati, ma non usiamo un tono di rimprovero per gli eventuali errori passati.

 

3) Applichiamo tutto quanto sappiamo riguardo all’amore incondizionato nella nostra vita di coppia. Non dobbiamo dimenticare che l’amore incondizionato non è soltanto un’attitudine, ma un fatto. Facciamo uno sforzo specifico per compiere atti amorosi in favore del nostro coniuge, oltre all’amore che gli manifestiamo per ciò che è. Lo sposo e la sposa saggi ascoltano con il cuore per considerare e capire ciò che il partner necessita e desidera e, poi, agiscono per soddisfare questi suoi aneliti.

 

 

 

IL SEGRETO PER RESTARE INNAMORATI

 

    Innamorarsi è una cosa molto facile, ma rimanere innamorati richiede una certa abilità. Gli innamorati di solito vivono in un mondo di sogno e non sentono bisogno di nessun tipo di consiglio. Per loro è impossibile credere che la loro euforia iniziale possa soffrire qualche tipo di erosione a causa della routine giornaliera, delle crescenti irritazioni, delle tendenze contrastanti, o delle pressioni economiche e familiari. Sono innamorati e, in fondo, non è solo questo che conta?

    Altri hanno il timore di ammettere che ci sia qualcosa di inadeguato in loro o il bisogno di informazione sull’amore. Pensano che la felicità che adesso sentono migliorerà una volta sposati. Credono che il matrimonio darà loro qualcosa che in realtà non è in grado di offrire. Aumenteranno, invece, i problemi che in questa fase i due fidanzati fanno finta di non vedere o sminuiscono. Non dobbiamo chiederci che cosa può fare il matrimonio per noi, ma cosa possiamo fare noi per il nostro matrimonio.

    Di norma le elevate aspettative di coloro che si avviano al matrimonio sono basate sulla capacità del coniuge di soddisfare tutte le loro necessità, aneliti e desideri per i successivi cinquanta anni. Così che la felicità dipenderà dal modo come agirà il coniuge. Scopriranno presto che non è così!

    Una delle basi solide su cui costruire la vita matrimoniale è l’intimità. L’intimità si riferisce alla condizione di una relazione che sia la più privata e personale possibile. Descrive una qualità speciale della vicinanza emozionale tra due persone, che si mantengono costantemente allerta e rispondono alle fluttuazioni del sentimento e del benessere dell’altra persona. Può significare capire ed essere perfettamente capito dalla persona che si preoccupa profondamente per noi. Certo, per raggiungere una simile affinità si richiede del tempo e uno sforzo cosciente da parte di entrambi i coniugi.

 

    L’intimità è un ingrediente importante nella qualità dell’amore e della vita. Contribuisce alla felicità e alla stabilità emozionale dei due partner. Tutte le attività vengono vissute più intensamente e la vita diventa più ricca e colorita. Una relazione intima agisce come un paraurti, cioè protegge dalle pressioni e tensioni della vita quotidiana. Senza una relazione intima tenderemmo a sentirci soli e depressi. La disponibilità di aprirsi ad una relazione intima determina in modo importante la forma come domineremo le crisi della vita. L’assenza di intimità può produrre monotonia e noia. Le riviste e la televisione hanno fatto sorgere nella gente grandi aspettative. Si cerca il massimo sia nel senso materiale che il quello interpersonale. Si desidera un matrimonio soddisfacente, tempo libero di alta qualità, relazioni sessuali eccitanti, calda intimità, conversazioni stimolanti e coniugi brillanti. Il mantenimento di una buona vita matrimoniale però richiede molta pazienza e parecchi sforzi, così che la probabilità di raggiungere queste alte mete è quasi nulla. Certo, un matrimonio emozionalmente vuoto e cronicamente monotono indica la necessità di edificare un rapporto intimo. Avere intimità significa avere un contatto emozionale, fisico, mentale e spirituale.

 

    Ecco alcuni aspetti che caratterizzano l’intimità tra lo sposo e la sposa:

1) Tocco fisico di natura affettiva e non sessuale

2) Condivisione di sentimenti

3) Vicinanza senza inibizioni

4) Assenza di difese psicologiche

5) Comunicazione aperta e sincera

6) Accordo intellettuale sulle priorità

7) Armonia spirituale

8) Apprezzamento sensibile delle risposte fisiche ed emozionali del coniuge

9) Valori simili

10) Segreti condivisi

11) Genuina comprensione

12) Reciproca fiducia

13) Un senso di tenerezza, sicurezza e tranquillità nei momenti passati insieme

14) Vicinanza sensuale

15) Condividere i piaceri sessuali

16) Segnali d’amore che si danno e ricevono liberamente

17) Mutua responsabilità e sollecitudine

18) Fiducia costante

 

    Il tempo e la volontà sono i fattori primari nello sviluppo dell’intimità, realtà che permetterà di rimanere innamorati. Il tempo e la volontà, però, devono unirsi alla conoscenza e alla pazienza. Se i matrimoni si fanno in cielo, il loro mantenimento ha luogo sulla terra e ciò richiede pazienza.

   

    Aspetti che edificano un matrimonio:

1) Nulla è così importante come la salute del matrimonio e la sua crescita in unità.

2) Concentrasi nel conoscersi l’un l’altro ed edificare una relazione intima è qualcosa che è gradita a Dio.

3) E’ necessario che i due partner passino del tempo insieme per stabilire adeguatamente le basi del matrimonio.

4) E’ essenziale che lo sposo impari a soddisfare le necessità della sposa.

5) La conoscenza del coniuge è necessaria per poter vivere in conformità ai principi biblici. Se bisogna amare, comprendere, aiutare e incoraggiare il proprio coniuge, bisogna conoscerlo profondamente.

6) I coniugi devono formare una squadra unita per servire efficacemente Dio. Per diventare compagni di squadra hanno bisogno di tempo e cooperazione in un ambiente il più possibile libero da distrazioni.

7) Secondo la sapienza del Creatore il primo anno (Deuteronomio 24:5) è decisivo in qualsiasi matrimonio e si deve vivere con attenzione.

 

   Ecco in dettaglio i contatti che determinano l’intimità:

1) Contatto fisico

    Carezze fisiche non sessuali, stringersi, abbracciarsi, prendersi per la mano, sedersi e dormire l’uno accanto all’altra, non come atti occasionali, ma come parte integrante della vita giornaliera, sono da considerarsi contatto fisico.

    Toccarci è l’atto più naturale del mondo e la necessità che ne abbiamo è più importante di quella sessuale. L’atto sessuale rientra nella categoria del “desiderio”. Le persone non sposate, infatti, possono vivere felici e soddisfatte senza il contatto sessuale, ma il tocco sollecito di un altro essere umano è una necessità che non deve venire trascurata. Al momento della nascita il tocco fisico è stata la nostra prima linea di comunicazione. Le carezze e l’amore che abbiamo ricevuto sono stati necessari per il nostro sviluppo emozionale e per il nostro benessere fisico. Anche da adulti abbiamo una profonda necessità di tenerezza e a volte ci abbandoniamo a relazioni sessuali, mentre ciò che veramente vogliamo è la consolazione della vicinanza amorosa, di affetto e di appoggio emozionale.

    Il tocco fisico dà una piacevole sensazione di tenerezza, sicurezza e soddisfazione psicologica che sentivamo nell’infanzia quando la mamma ci teneva stretti a sé. Il contatto fisico è assolutamente essenziale per edificare, l’emozione dell’intimità è ravvivare la fiamma dell’amore romantico tra i coniugi.

    E’ sbagliato usare il tocco fisico soltanto per esprimere il desiderio sessuale. Ciò tenderebbe ad eliminare l’espressione della tenerezza di cui ogni coppia ha bisogno. Sviluppandosi la vera intimità tra i coniugi, diminuirà la necessità di offrire segnali come manifestazione del proprio desiderio sessuale, come conseguenza della loro maggior apertura. Cerchiamo, quindi, di mantenere quella vicinanza fisica che ci ha aiutato ad innamorarci all’inizio e liberiamoci del mito  che il contatto in sé deve condurre alla relazione sessuale. Il tocco casuale e frequente deve essere un segnale di crescente intimità e non causa di malintesi. Non diciamo: “Io non sono un tipo affettuoso” o “non mi piace essere toccato”. Sforziamoci di introdurre dei cambiamenti nella nostra vita per una maggiore armonia.

 

2) Contatto emozionale

     Il contatto emozionale è più complesso di quello fisico. La creazione dell’intimità emozionale consiste nell’incontro e fusione di due diverse forme di emozioni. Infatti, le due personalità che stanno imparando ad armonizzare tra loro sono una del genere maschile e una di quello femminile.

    Un uomo che riesce a comprendere la sua sposa può capire quasi qualsiasi altra cosa. Pare, infatti, che le donne siano molto più complesse degli uomini. Lo sposo deve studiare la propria moglie e valutarne le reazioni, nei confronti di se stessa, del marito e del mondo che la circonda.

    Se però la maggior responsabilità è dell’uomo, è necessario, comunque, la cooperazione dei due coniugi per sviluppare l’intimità emozionale che li manterrà innamorati. Sul piano emozionale l’intimità incomincia quando i due coniugi condividono intenzionalmente lo stesso mondo: tempo, interessi, sentimenti, pensieri, mete e ideali. Vivere in due mondi diversi senza ponti di congiunzione spezza l’intimità. Una relazione di mutua comprensione sostenuta da un’attitudine di profonda preoccupazione, nasce quando i due coniugi sono disposti a comunicare esperienze, sogni, timori e segreti che non direbbero a nessun altro.

    Parlare in privato riguardo a questioni private sviluppa l’intimità emozionale come nessuna altra cosa. Ciò che uccide l’amore è la crescente separazione mentale tra i coniugi. L’intimità può crescere soltanto in un ambiente che offre sicurezza. Se i due coniugi hanno paura di ricevere offese, sgarbi, critiche e incomprensioni avranno difficoltà nel toccarsi e condividere liberamente ciò che hanno nel cuore. E’ necessaria la reciproca fiducia. Bisogna, quindi, passare sopra agli errori del coniuge e non criticarlo mai, oltre a stimolarlo e a offrirgli molta comprensione (1 Pietro 4:8 / 1 Corinzi 8:1). L’atteggiamento contrario non cambierà in meglio nessuno e non farà altro che allontanare emozionalmente i due coniugi. La critica può essere in realtà il colpo mortale inferto all’amore, all’intimità e a tutto ciò di buono che si vuol edificare nel matrimonio. Pensiamo, quindi, prima di parlare! Cerchiamo sempre di edificare e mai di distruggere. Cerchiamo quelle cose che ci possono dare il piacere di stare insieme e non quelle che ci separano.

 

    Non deludiamo mai il nostro coniuge in qualche aspetto per lui/lei importante. Noi potremmo pensare di comportarci correttamente, ma invece potremmo urtare le aspettative emozionali che ha nei nostri confronti. Certo, le aspettative iniziali sono forse fantastiche ed ecco allora l’importanza di un confronto onesto. Esempio: una sposa chiede al marito di lasciare tutti i suoi piani per accompagnarla dal dentista. Ha bisogno del suo sostegno perché è terrorizzata da ciò che la aspetta e si sentirebbe profondamente delusa se il marito non accogliesse il suo grido di aiuto. Dopo un corto dialogo chiarificatore, il marito acconsente di buon grado.

    Il dialogo che conduce ad una comprensione genuina è molto di più di una conversazione. Significa ascoltare attentamente ciò che l’altra persona dice e sente. La comunicazione è la capacità di inviare dei messaggi precisi, che spesso hanno una natura emozionale. Imparare ad ascoltare e a comunicare è parte essenziale nel perfezionamento dell’arte di amare. Il dialogo si centra essenzialmente nell’altro e nel dare di se stesso. In questo caso ci saranno soltanto dei vincitori e mai dei perdenti. Nel dialogo la gioia si moltiplica tramite l’interscambio e i pesi si riducono alla metà nel condividerli.

    E’ bene seguire questi tre principi nel praticare la comunicazione nei primi anni della vita matrimoniale:

1) Parlare più liberamente riguardo ai propri sentimenti, ma non in modo tale che il partner si senta ripreso o criticato.

2) Essere disposti a mostrare il proprio lato debole al coniuge. Una regola per favorire lo sviluppo dell’intimità è la seguente: mostrare i propri bisogni e non avere paura di dire “Ho bisogno di te”.

3) Ricordare che il silenzio è quasi sempre una risposta negativa, a meno che non sia accompagnato da un segnale di approvazione, come una stretta di mano o un sorriso.

 

    Ovviamente per promuovere l’intimità e stabilire un rapporto di fiducia bisogna risolvere rapidamente qualsiasi conflitto emozionale. Mai coricarsi con conflitti non risolti (Efesini 4:26 / Colossesi 3:13). Quando si ama una persona e si ha sviluppato un livello di intimità soddisfacente, la rabbia scompare rapi-damente. E’ un sollievo perdonare, dimenticare e risentirsi vicini l’uno all’altra. Chiedere perdono al partner è riconoscere la relazione così importante da volerla mantenere in buone condizioni. L’intimità emozionale permette di risolvere facilmente certe spaccature, mentre è più difficile riparare i danni provocati da anni di distanza emozionale.

    I suoceri possono diventare uno dei più seri ostacoli nello stabilimento di una vita di intimità (Genesi 2:24). E’ meglio non vivere insieme ai genitori dopo il matrimonio e neanche passare molto tempo con loro. E’ poi del tutto sconsigliabile condividere loro i propri problemi matrimoniali intimi. Non sposatevi se non riuscite a vivere in modo indipendente dalla vostra famiglia. Non bisogna correre dalla mamma dopo un conflitto con il partner e non bisogna permettere che uno dei genitori svolga quel ruolo emozionale che solo deve essere riservato al coniuge.

    Se non potete mantenere una famiglia non sposatevi. Aiuti economici possono essere accettati soltanto se è possibile mantenersi liberi dal dominio di chi ha provvisto il denaro. Altro ostacolo per l’intimità è il fatto di vivere in due mondi separati, fino al punto che la casa diventi solo un luogo dove ci si incontra per mangiare e dormire. Rendendosene conto i due coniugi devono sforzarsi per sviluppare una nuova vita di coppia. L’intimità fisica, emozionale, mentale e spirituale non si può realizzare con la separazione, cioè con interessi e amici differenti. Solo l’intimità tra i coniugi riempie la loro vita e di due persone ne fa una sola.

 

    Un terzo ostacolo per l’intimità emozionale è il televisore. Alcuni programmi sono informativi e gradevoli, ma pochi si autodisciplinano per scegliere solo i migliori programmi e mantenere il televisore spento per il resto del tempo. Nel primo anno di matrimonio sarebbe consigliabile non avere il televisore per passare il maggior tempo possibile insieme sul piano del dialogo e della cono-scenza reciproca. Se gli occhi e la mente sono concentrati sul televisore, non è possibile comunicare e dare di se stesso all’altro.

    Molte coppie affrontano con successo le ferite che si possono produrre nel rapporto quotidiano, perché sanno che ci sarà un’opportunità per sistemare tutto. Diversamente la più piccola contrarietà nel matrimonio può diventare insopportabile, se si ha l’impressione che rimarrà lì per sempre.

    Nessuno sposo o sposa deve prendere alla leggera la questione dell’intimità emozionale. L’intimità farà sì che i due coniugi rimangano innamorati, mentre la sua mancanza tenterà l’uno o l’altra a cercarla in qualche altra parte. Si è rilevato che spesso le relazioni extraconiugali si verificano con il miglior amico o amica del coniuge. Perché questo? Perché gli esseri umani hanno bisogno di relazioni significative da persona a persona. Non avendola col proprio partner e potendola sperimentare, data la frequenza dei contatti, con l’amico o amica del proprio coniuge, succede quello detto prima. Le conversazioni intime sono spesso un fattore basilare per lo sviluppo del sentimento di sentirsi innamorati. La familiarità, la disponibilità e l’accettazione sono le condizioni che vengono soddisfatte facilmente con un amico intimo della famiglia.

 

3) Contatto mentale

    Questo livello di intimità comporta un accordo riguardo a tutte le questioni importanti che determinano la direzione della nostra vita. Si richiede pratica per fare dei piani intelligenti per il nostro stile di vita e per il benessere della famiglia. Le coppie che imparano a sviluppare questo tipo di intimità trovano un piacere reale nello stabilire insieme delle mete e poi raggiungerle.

    La questione economica, spesso, è decisiva per il futuro del matrimonio. Gli esperti dicono che il 50% dei divorzi sono causati da disaccordi economici. Le difficoltà economiche, comuni oggi a molte coppie, possono creare seri conflitti, ma possono anche essere valutate come sfide che avvicinano i due coniugi. E’ importante affrontare insieme queste difficoltà e unire gli sforzi per superarle, con un guadagno di intimità che favorirà l’unione matrimoniale.

 

4) Contatto spirituale

Studiare insieme la Bibbia giornalmente è il modo migliore per sviluppare l’intimità spirituale. Nella misura in cui la Parola di Dio passa per le loro menti, i due coniugi sono formati e trasformati in nuove persone con stesse attitudini e mete, oltre al fatto di considerare il punto di vista di Dio per ogni aspetto della vita. E’ in fondo una responsabilità del marito quella di iniziare lo studio biblico giornaliero. In caso di incapacità nel farlo, si può anche ascoltare una cassetta relativa a tematiche bibliche fondamentali, o leggere insieme un buon libro. Oltre a partecipare alle attività della chiesa locale, è importantissimo avere una vita di preghiera insieme. La preghiera porta ad una apertura totale del proprio cuore, fatta in piena sincerità perché Dio ne è testimone. Nulla può unire due persone così come la preghiera costante, perché facilita la comunicazione su qualsiasi argomento. Davanti a Dio cade il timore di esporre i propri errori e si tende ad accettarsi così come si è. E’ importante non sentirsi giudicati per il nostro modo di agire. Sapendo di essere accettati anche quando si sbaglia, si tende a comportarsi meglio.

 

 

 

RICETTA PER UNA VITA MATRIMONIALE SPLENDIDA

 

    Ecco i quattro passi per una splendida vita matrimoniale:

1) Benedire

    Al cristiano viene chiesto di mettere in pratica questo principio, specialmente in risposta al disgusto o alla provocazione. E’ uno strumento per superare i momenti difficili che si presentano nella vita matrimoniale. La pratica di benedire mette fine all’espressione di parole intrise di veleno.

    Il primo modo di benedire il proprio coniuge consiste nel parlar bene di lui/lei e nel rispondere con parole generose al linguaggio duro, critico e insultante del coniuge (1 Pietro 2:23 / Giacomo 3  / 1 Pietro 3:10). Possiamo anche benedire il nostro coniuge imparando in certe circostanze a restare in silenzio. Possiamo benedire anche offrendo dei benefici pratici, ma non come un dovere, bensì come un mezzo per compiacere al nostro partner. Benediciamo quando mostriamo riconoscenza e apprezzamento. Facciamo sapere al nostro coniuge, quindi, cosa apprezziamo in lui/lei. Benediciamo pregando in favore del nostro partner. Quanto tempo dedichiamo alla preghiera in suo favore? In che cosa si basa la nostra preghiera? Preghiamo perché la vita ci sia più facile, o chiediamo che Dio riempia di benedizioni il nostro coniuge?

 

2) Edificare

    Edificare significa produrre la crescita degli individui. Nel contesto del matrimonio lo sposo e la sposa deve cercare di far sviluppare tutti gli aspetti della personalità del partner, incoraggiandolo in ogni situazione della sua vita e facendo aumentare in lui/lei il senso del proprio valore. Ciò dà come risultato una maggiore capacità di amare e di darsi.

    Disse una volta una donna al suo futuro marito: “Accresci il tuo amore, affinché aumenti il mio valore”. Quando parliamo di edificare ci riferiamo ad un amore che si espande e si esprime in forme positive e che aumenta nella persona amata la stima di sé. Questo è un grande dono che possiamo offrire al nostro coniuge.

    “Aedes” è la parola latina da cui deriva edificare e originalmente significava “caminetto”. Per la maggior parte delle persone il caminetto rappresenta un calore accogliente, un’unione amorosa e una tranquillità speciale. Anticamente era il centro dell’attività familiare, l’unico luogo di calore e luce della casa e il luogo dove si preparava il pane. Le persone vi si riunivano e lì erano confortate e sostenute in mezzo alla durezza della realtà della vita.

    Il Nuovo Testamento ci offre tre aspetti riguardo alla parola “edificare”: stimolo personale, fortificazione interiore e stabilimento di pace e armonia tra gli individui (Romani 14:19 ; 15:2 / 1 Tessalonicesi 5:11 / 1 Corinzi 8:1).

 

    Ma come edificarsi? Nel Cantico dei Cantici Salomone indica che lo sposo edifica la sposa lodandola e che la sposa ottiene ciò rispondendo amorosamente al marito. Il senso che la donna possiede della propria bellezza, dipende grandemente da quello che lo sposo pensa di lei. Lei ha bisogno di essere sostenuta emozionalmente con la lode e non valorizzata con la critica, specialmente in quegli aspetti in cui lei si sente più debole e vulnerabile. Ha bisogno di essere apprezzata in pubblico.

    L’edificazione costruisce e mai distrugge. Infatti, l’amore che diamo al nostro coniuge gli dà la libertà per crescere e svilupparsi come persona, senza timore al fallimento e alla critica offensiva. L’edificazione incomincia applicando Filippesi 4:8. Cerchiamo di vedere le cose buone che ci sembrano attrattive nel nostro partner. La sposa edifica il marito offrendogli rispetto, ammirazione, riverenza, accondiscendenza, stima e profondo amore. Nel fare tutto ciò la stessa moglie ne ricaverà un grosso beneficio personale. Lo sposo dipende dalle affermazioni della moglie, dall’apprezzamento che gli manifesta per tutto ciò che lui le dà e dal rispetto che lei dimostra per la sua virilità. E’ offensivo quando lo sposo critica la sposa, ma lo è altrettanto quando la sposa critica tutto ciò che lo sposo le provvede. Tanto lo sposo come la sposa hanno la tremenda necessità di ricevere parole di incoraggiamento e di stimolo, attenzione continua, contatto visivo e tocco amoroso per sentirsi individui con fiducia in se stessi e stima propria.

 

3) Condividere esperienze

    Deve toccare tutti gli aspetti della vita: tempo, attività, interessi e preoccupazioni, idee e pensieri intimi, vita spirituale, obiettivi e mete della famiglia, ecc.

    Condividere significa dare se stessi,ascoltare il proprio partner e sviluppare una coscienza sensibile ai momenti che offrono possibilità per approfondire l’amore reciproco. Immaginiamo tutto ciò come un viaggio avventuroso in cui i due coniugi fanno delle scoperte. Scopriranno, infatti, un territorio nuovo e interessante nell’altro, tramite l’esperienza di comunicare a livelli sempre più profondi.

 

4) Il tocco fisico

    Ecco qui di seguito 19 suggerimenti al riguardo:

 

- I giovani, prima del matrimonio, fanno fatica a restare separati, mentre le coppie sposate hanno dimenticato quanto sia piacevole la vicinanza fisica. Prendiamo del tempo, quindi, almeno una volta la settimana, per praticare e imparare i piaceri derivanti dalle carezze corporali non sessuali. Prepariamoci per compiacerci e rilassarci insieme.

- Ognuno dica all’altro dove gli piace essere toccato. Generalmente il tocco lieve è il più vibrante. Usiamo l’immaginazione per cercare dei modi per accarezzare.

- Ricordiamoci il proponimento di tutto ciò: stabilire un buon clima di calore emozionale, amore e affetto, e non le premesse per un atto sessuale. Se l’atto sessuale segue per volontà dei due, va bene così. Bisogna però imparare a gioire del tocco non sessuale come pratica normale nella vita di coppia.

- Apriamoci al desiderio del partner. Non critichiamo situazioni passate, ma cerchiamo di perfezionarci insieme.

- Accarezziamoci i piedi, senza però farci solletico. C’è chi si lava, si asciuga e si unge i piedi mutuamente in modo affettuoso.

- La pulizia corporale è essenziale per il godimento di queste esperienze.

- Non andiamo di corsa, ma esprimiamo i nostri sentimenti caldi e affettuosi poco a poco. Cerchiamo di godere il più possibile di questi momenti.

- Accarezziamoci la schiena, la nuca e intorno alla vita. Sono tra i punti più sensibili.

- Manteniamo un’attitudine positiva, diciamo di sì piuttosto che no. Se una certa forma di carezza in una certa zona non ci piace, conduciamo il nostro coniuge con dolcezza a fare qualcosa che ci è più gradita. Non diciamo mai: “Smettila”. L’atmosfera deve rimanere piacevolmente permissiva.

 

- Impariamo ad essere emozionalmente coscienti dei nostri sentimenti e di quelli del nostro coniuge. Concentriamoci nell’esprimere il nostro amore applicando il tocco. Accarezziamoci mutuamente il viso nell’oscurità e esprimiamoci l’amore per mezzo dei polpastrelli delle dita. Impariamo a comunicarci tenerezza!

- Quando ci accarezziamo, utilizziamo un tocco lento, tenero, che indica  apprezzamento e dimostri il nostro piacere a stare in compagnia del nostro coniuge.

- Sviluppiamo sentimenti positivi nei confronti del corpo che Dio ci ha dato. Leggiamo il Salmo 139:14.

- Durante questi esercizi comunichiamo verbalmente e diciamoci la soddisfazione che percepiamo e come ci sentiamo.

- Cerchiamo di andare a letto insieme tutte le notti, cioè nello stesso momento.

- Ogni notte riserviamo da 15 a 30 minuti per rimanere l’uno nelle braccia dell’altro prima di addormentarci. Sussurriamoci e condividiamo pensieri gradevoli e piccole esperienze della giornata. Evitiamo temi controversi e negativi. Quando si è l’uno nelle braccia dell’altro si sanano le ferite e le frustrazioni della giornata e si dicono cose che in altro modo non si menzionerebbero. In questa posizione si può anche pregare insieme per un momento.

- Stabiliamo l’abitudine di mantenerci in contatto mentre ci addormentiamo.

- Prima di alzarci al mattino dedichiamo qualche minuto ad accarezzarci un po’. Il contatto fisico applicato con tenerezza renderà meno violento l’inizio della giornata, sancito spesso dalla sveglia che suona.

- Prendiamo spesso per mano il nostro coniuge e pensiamo alle varie maniere in cui possiamo farlo.

- Sediamoci insieme davanti al televisore. La sposa intelligente si metterà vicino allo sposo quando questi guarderà la partita di calcio, anche se lei non ne sarà interessata. Il tempo passato davanti al televisore non sarà così perso ai fini della vita di coppia.

 

 

 

NOVE MANIERE PER EDIFICARE

 

1) Prendiamo la decisione irrevocabile di non tornare più a criticare il nostro coniuge, né a parole e né in opere.

2) Studiamo il nostro partner e rendiamoci sensibili per quegli aspetti in cui lui/lei si sente mancante e debole, e pensiamo al modo per edificarlo in quelle aree.

3) Pensiamo tutti i giorni alle qualità positive e a quegli aspetti comportamentali che ammiriamo e apprezziamo nel nostro coniuge.

4) Esprimiamo verbalmente e con continuità i motivi di lode e di apprezzamento che sentiamo verso il nostro partner. Cerchiamo di essere genuini, specifici e generosi. Edifichiamo a parole.

5) Riconosciamo i talenti, le capacità e i successi ottenuti dal nostro coniuge. Comunichiamogli il nostro rispetto per l’opera che sta realizzando.

6) Manifestiamo a nostra moglie, in pubblico e in privato, quanto sia preziosa per noi. Non esprimiamo ammirazione per altre donne; questo non è mai edificante per lei.

7) Le mogli devono manifestare al loro coniuge che lui è la persona più importante nella loro vita. Devono sollecitare le sue opinioni e apprezzare i consigli che dà.

8) Mostriamoci sorridenti e lasciamo che gli occhi traspaiano entusiasmo di fronte a quello che il nostro coniuge ci dice.

9) Esibiamo sempre la maggior cortesia l’uno verso l’altra. I coniugi devono darsi l’impressione di essere persone molto importanti l’uno per l’altra.

 

 

 

CONSIGLI BIBLICI RIGUARDO LA BENEDIZIONE

 

    1 Pietro 3:9-12 / Salmo 34:13-17.

    Dio ha chiamato ogni cristiano ad uno stile di vita che sia di costante benedizione per gli altri attraverso le parole e la condotta. Ciò significa che bisogna benedire costantemente i membri della nostra famiglia, prima di tutto il nostro coniuge. Ci viene chiesto di benedire in parole e azioni in risposta specialmente ad ogni forma di condotta scorretta o di linguaggio insultante. Non c’è per noi, quindi, giustificazione quando parliamo al nostro coniuge con burla, rabbia o inganno. Davanti agli occhi di Dio il cattivo comportamento del nostro coniuge non potrà mai essere una scusante per noi. Se non benediciamo, Dio dice che la nostra bocca ci creerà maggiori difficoltà, in quanto perderemo la benedizione di Dio pianificata per noi. Nessuno dei nostri tentativi, infatti, riuscirà a far prosperare il nostro matrimonio. Se invece benediciamo, Dio ci offrirà la sua cura protettrice.

 

    In Romani 12:14-21 ci viene dato un consiglio ancora più dettagliato. Si può riassumere in questi punti:

- Benediciamo e non malediciamo colui che ci sta causando difficoltà.

- Mostriamo comprensione al nostro coniuge.

- Viviamo in armonia.

- Non pensiamo di essere migliori del nostro coniuge.

- Non agiamo con orgoglio, né con presunzione.

- Non rispondiamo al male con il male, neanche nel dettaglio più insignificante.

- Preoccupiamoci di fare ciò che il nostro coniuge considera buono.

- Facciamo la nostra parte per vivere in pace in famiglia.

- Non vendichiamoci mai.

- Facciamo costantemente del bene al nostro coniuge, indipendentemente dal suo comportamento nei nostri

   confronti.

- Non lasciamoci vincere dal male, ma vinciamo facendo il bene.

 

 

 

ELIMINIAMO LE BARRIERE

 

    Le ostilità nel matrimonio sono una minaccia alla felicità e all’equilibrio dei coniugi. Ci sono ostilità aperte e altre nascoste: entrambe sono mortali. Non tutti riconoscono l’ostilità verso il partner, ma solo un certo grado di indifferenza. L’indifferenza spesso è il risultato di una rabbia sepolta che ha portato alla depressione. E’ importante comprendere che un’attitudine negativa rappresenta una energia psichica che non si può nascondere o evitare di considerare. Quando si cerca di nasconderla si necessita tanta forza emozionale da sentirsi sfiniti.

    L’amore non può crescere nel cuore che alberga attitudini negative e cattivi sentimenti, come ira, amarezza, risentimento, orgoglio, delusione, disperazione e ostilità (velata o no). Combattere queste attitudini porterà con sé ricche benedizioni. Dobbiamo concentrarci sulle nostre attitudini e non su quelle del nostro coniuge e, nella misura in cui cambiamo, anche il nostro partner ne verrà influenzato.

    Queste attitudini negative sono come barriere che ostruiscono il cammino verso una genuina relazione amorosa. Esse creano uno spirito non disposto al perdono, che può rubarci tutto ciò che di buono c’è nella vita. Se vogliamo una relazione matrimoniale piena d’amore, non possiamo prenderci il lusso del risentimento, né dell’autocommiserazione e nemmeno dell’ira. La mancanza di perdono verso il coniuge, espresso in qualsiasi forma, sarà il colpo mortale per l’amore.

 

    Ecco due principi fondamentali che ci aiuteranno in questo punto:

1) Non dobbiamo lasciarci controllare dai nostri sentimenti.

2) Non dobbiamo rimanere prigionieri disperati del nostro passato.

 

    Quando si dice ad una persona di perdonare, questa fa di solito due obiezioni:

1) Non riesco a sentire il perdono per mio marito per ciò che mi ha fatto.

2) Non riesco a cambiare ciò che sento nei confronti di mia moglie perché non riesco a cambiare il passato.

 

    Chi ragiona così sta confessando di trovarsi in uno stato di schiavitù. E’ schiavo dei suoi sentimenti, prigioniero di avvenimenti del passato. In Cristo, però, possiamo essere liberi (Giovanni 8:32-36). Dio ci vuole convincere che noi possiamo controllare la nostra condotta. I sentimenti, infatti, cambiano quando cambia la condotta. Dio non ci chiede di cambiare i nostri sentimenti, ma il modo di pensare e di agire. Dio non ci chiede di sviluppare in noi un sentimento di perdono verso il nostro coniuge, ma una decisione di perdono.

   

Il perdono comprende tre passi:

1) Usare la nostra libera volontà per prendere la decisione di perdonare.

2) Comportarci deliberatamente nel modo corretto che il Signore ci indica nella Bibbia.

3) Confidare che Lui farà la sua parte nel rinnovare la nostra mente e darci nuove attitudini.

 

1° Passo: decidere di perdonare (Ebrei 12:13-15)

    La parola amarezza (pikrias) comunica vivamente la sensazione di tortura e questo è esattamente ciò che facciamo a noi stessi e ai nostri cari quando ci neghiamo a perdonare il nostro coniuge.

    Quando decidiamo di perdonare con la mente e la volontà, liberiamo noi stessi e la persona che ci ha offeso dal potere del passato. Ciò che è successo rimarrà quindi un fatto storico e non più un fatto emozionale. In questo modo abbiamo aperta la nostra ferita per lasciarla in cura al grande Chirurgo e l’amore che Lui spargerà su di essa la guarirà in modo totale (Luca 4:18).

 

2° Passo: cambiare condotta (Efesini 4:31-32)

    Dopo aver deciso di perdonare, ci viene chiesto di assumere attitudini positive e di comportarci di conseguenza. Trattiamo, quindi, il nostro coniuge come vorremmo che lui o lei trattasse noi. Non dovremo mai usare il passato contro il nostro coniuge, né riaprire il discorso su vecchie questioni.

 

3° Passo: rinnovare la mente (Filippesi 3-13)

    E’ tempo di dimenticare il passato e di rivolgerci verso il futuro. Dio risponderà sempre con amore ai nostri sforzi di seguire il suo consiglio. Ammettiamo onestamente la nostra colpa e non diciamo: “Se ti ho offeso in qualche maniera, ti prego di scusarmi”. Non cerchiamo di far sentire il nostro coniuge colpevole per quello che è successo. Se il coniuge non risponde immediatamente alla nostra richiesta di perdono, continuiamo a comportarci in un modo amoroso nei suoi confronti.

    Non rifiutiamoci di perdonare certe gravi mancanze del nostro coniuge (l’infedeltà per esempio), non lasciamoci trasportare dall’amarezza per ciò che abbiamo dovuto subire, ma ricordiamoci che la grazia di Dio è sufficiente per ogni tipo di problema.

 

 

 

SUGGERIMENTI PER CERCARE DI SALVARE IL PROPRIO MATRIMONIO

 

- Non ci può essere crescita nella nostra relazione matrimoniale finché non ci dedichiamo completamente ad essa.

- Quando il nostro coniuge non ci dimostra amore, confidiamo che il Signore soddisferà le nostre necessità emozionali.

- Diamo al nostro coniuge l’onore, l’amore e il rispetto che biblicamente gli corrisponde, anche se le sue azioni non lo meritano. Qualunque cosa faccia, accettiamola con calore. Tanto più la nostra situazione è disperata, maggiormente la nostra condotta potrà essere accettata come genuina.

- Non cerchiamo di cambiare il nostro coniuge, ma amiamolo semplicemente.

- Viviamo un giorno alla volta.

- Appoggiamoci sul Signore e non cerchiamo di risolvere tutto con le nostre forze.

- Non scarichiamo su altri la nostra amarezza. Non istighiamo i figli contro il nostro partner. Perdoniamo!

- Non chiediamo a familiari o amici che prendano posizione contro il nostro coniuge.

- Non discutiamo con altri dei nostri problemi matrimoniali intimi. Non alimentiamo il pettegolezzo. Confidiamo nel Signore, nel nostro consigliere spirituale e in qualche amico intimo cristiano che saprà mantenere il silenzio.

- Scegliamo con intelligenza il nostro consigliere spirituale. Non discutiamo mai i nostri problemi con amici del sesso opposto.

- Utilizziamo il maggior tempo possibile nello studio della parola di Dio.

- Concentriamoci in noi stessi, rettifichiamo gli errori fatti e chiediamo a Dio che ci mostri come cambiare, invece di concentrarci sugli errori del nostro coniuge.

 

- Non ci separiamo. Incitiamo il nostro coniuge a rimanere in famiglia, senza guardare a ciò che sta succedendo.

- Non concediamo il divorzio al nostro coniuge. Facciamo tutto il possibile per ritardarlo o prevenirlo. Cerchiamo un avvocato cristiano che ci aiuti a preservare il nostro matrimonio.

- Passiamo del tempo con persone che ci possono stimolare a crescere spiritualmente.

- Non cerchiamo di compensare la situazione con i figli. Loro hanno sì bisogno del nostro amore e stabilità mentre l’altro genitore è assente, ma devono comunque essere disciplinati. Sarebbe difficile edificare una nuova relazione amorosa con il coniuge, rientrando questi in famiglia, se i figli si sono liberati da ogni controllo.

- Non cerchiamo di difenderci dal pettegolezzo o dalla critica. Manteniamo la bocca chiusa. Il Signore combatterà per noi e vivremo in pace.

- Qualunque cosa facciamo, anche se piccola, per sciogliere il nostro matrimonio, andiamo contro la volontà di Dio. Che sia questo principio che guida ogni nostra decisione.

- Non aspettiamoci che il nostro coniuge cambi radicalmente il giorno in cui dovesse rientrare in famiglia.

- Una volta riconciliati, non riprendiamo i vecchi schemi di comportamento.

- Speriamo ogni cosa, crediamo ogni cosa e sopportiamo ogni cosa.

 

 

 

CARATTERISTICHE DELL’AMORE

 

- L’amore non abbandona la persona amata. L’amore è azione, persevera in presenza di ostacoli e non si arrende mai (sono pronto a recarmi da voi.” 2 Corinzi 12:14).

- L’amore non è egoista, ma compassionevole (“…non vi sarò di peso.” vv. 14).

- L’amore valorizza la persona amata (“…non cerco i vostri beni, ma voi.” vv. 14).

- L’amore si assume liberamente la responsabilità per il benessere della persona amata (“…i genitori devono accumulare per i figli.” vv. 14).

- L’amore dà tutto ciò che ha senza valutarne il costo (“…io molto volentieri spenderò e sacrificherò me stesso per voi.” vv. 15).

- L’amore cresce nelle sue manifestazioni, indipendentemente dal tipo di risposta (“…io vi amo tanto.” vv. 15).

- L’amore è puro nelle sue motivazioni e non è adulterato da considerazioni egocentriche (“…vi ho presi con inganno? Vi ho forse sfruttati?” vv. 16-17).

 

    E’ possibile amarsi in questo modo, perché la fonte di questo amore è Dio e Dio abita in noi tramite Gesù Cristo. La nostra forza di volontà che ci rende responsabile del modo come viviamo, più il potere dello Spirito Santo che ci è stato dato per vincere ogni problema, ci permetteranno di sperimentare questo angolo di Cielo (Filippesi 4:13 / 2 Corinzi 12:9 / Efesini 3:14-16 / 2 Pietro 1:4 / 1 Corinzi 10:13).

    Date, quindi, le grandi risorse che ci sono state mese a disposizione, siamo noi a determinare, mediante l’azione o l’inattività, il livello d’amore che avremo nella nostra relazione matrimoniale. E’ vano sperare che una situazione insoddisfacente del matrimonio migliori da sola, o che il tempo in qualche modo produrrà più amore, o che ci si avvicinerà grazie a non so quale circostanza. Ognuno di noi è responsabile per come edifica la sua casa d’amore (Proverbi 14:1 ; 11:29 ; 24:3-4).

 

 

Questa libera traduzione è la sintesi del libro di Ed Wheat: “Love-life for every married couple”