LA MESSA
Il celebrante, nel momento della consacrazione del pane e del vino, pronuncia le seguenti parole: ”Che questo mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente”. La messa, quindi, ha tutta l’aria di un rito propiziatorio pagano. Ne ha, infatti, tutti gli elementi: il sacerdote, l’altare, la vittima e l’invocazione al dio da rendere propizio.
1. I sacrifici ripetuti dei sacerdoti del vecchio patto non rendevano perfetti gli offerenti
Ebrei 9:9-10 ; 10:1-4,11
I sacrifici di animali richiesti da Dio nell’A.T. avevano in sé un valore profetico, perché annunciavano il sacrificio di Cristo, e simbolico, perché quel sacrificio avrebbe liberato l’uomo dal suo peccato una volta per sempre, ma non avevano la proprietà di purificare gli offerenti dai loro peccati, anzi, nella loro ripetitività, non facevano altro che risaltare la loro schiavitù dal peccato.
2. Con un unico sacrificio Gesù ha reso perfetto l’uomo
Ebrei 7:26-28 ; 9:11-14,24-28 ; 10:9-18 / 1 Giov. 1:7
Gesù, offrendo se stesso in sacrificio vivo, cioè mortificando la carne in tutte le sue espressioni, come fosse inchiodata ad una croce, tramite l’ubbidienza allo Spirito, ha presentato a Dio un uomo perfetto, non inquinato dal peccato e non assoggettato al peccato. Quest’uomo perfetto, incorrotto e incorruttibile, può ora venir riprodotto in ogni essere umano tramite la nuova nascita. Non è più necessario alcun sacrificio, l’opera è completa, la giustizia di Dio è stata pienamente soddisfatta in Cristo.
3. Il sacrificio di Gesù è stato accettato in modo definitivo dal Padre
Ebrei 9:24 ; 10:11-12 / Efes. 1:20-22
Gesù, col proprio sangue, entra nel Luogo Santissimo, cioè alla presenza di Dio, e viene invitato a rimanervi. Dio, infatti, lo fa sedere alla sua destra come segno di accettazione (per aver compiuto la legge), di autorità (su ogni creatura del cielo, della terra e sotto la terra) e di riposo (per aver terminato l’opera di redenzione dell’uomo). I sacrifici di animali, infatti, vengono aboliti, perché si era concretizzato ciò che essi rappresentavano: la purificazione dei peccati è ora una realtà in Cristo. Dio si è riconciliato con l’uomo, in Cristo, e adesso può essergli propizio. Noi, oggi, possiamo presentarci davanti al trono della grazia sulla base del sacrificio di Cristo, accettato pienamente da Dio, ma non possiamo offrire il sacrificio di Cristo e pensare di essere accettati sulla base di questo nostro atto.
4. Il sacrificio che Dio vuole da noi: l’offerta della nostra vita
Rom. 12:1 / Salmo 51:17-18
Dio non si aspetta più da noi dei sacrifici esteriori,formali, perché non porterebbero alcun mutamento alla nostra condizione interiore. Dio si aspetta che gli cediamo tutto il nostro essere intero, affinché Lui possa plasmarci all’immagine del suo Figliolo.
5. Il sacrificio che Dio vuole da noi: l’ubbidienza
1 Sam. 15:22 / Ebrei 10:5-9
Dio non vuole da noi sacrifici espiatori per rimediare alle nostre mancanze, ma chiede ubbidienza per realizzare il progetto di renderci simili al suo Figliolo e manifestare la sua gloria nel mondo tramite noi.
6. Il sacrificio che Dio vuole da noi: la misericordia, l’amore
Mat. 9:13 / Marco 12:32-33 / Ebrei 13:16 / Isaia 1:10-17 / Osea 6:6
Per diventare simili a Gesù Cristo dobbiamo mortificare le opere della carne tramite lo Spirito. Dobbiamo rinunciare al nostro egoismo e permettere, così, all’amore di Dio di esprimersi tramite noi. Dio vuol far conoscere il suo amore al mondo tramite atti concreti di servizio nei confronti del nostro prossimo e non è interessato all’esibizione di sacrifici che possono soddisfare soltanto il bisogno di religiosità.
7. Tutti i credenti sono dei sacerdoti
1 Pietro 2:5,9 / Apoc. 1:5-6 ; 5:9-10
Non tutti i credenti sono ministri, ma tutti sono sacerdoti. Tutti noi, infatti, possiamo e dobbiamo presentare a Dio, tramite lo Spirito, deisacrifici a Lui accettevoli. Questi sacrifici sono rappresentati dalla rinuncia alle opere della carne.