c) Permettere lo spargimento dello Spirito Santo
1. L’uomo viveva alla presenza di Dio
Gen. 2:8-17
L’ubbidienza dell’uomo era un atto volontario di sottomissione, che lasciava a Dio il governo della sua vita. Dio governava l’uomo tramite il Suo Spirito che abitava nel cuore della Sua creatura. Lo spirito è l’elemento che dà gli impulsi vitali, cioè le motivazioni che sono alla base del mio agire. Due sono gli atteggiamenti fondamentali da cui prendono corpo tutti i miei comportamenti, l’amore e l’egoismo, la ricerca del bene comune o la ricerca del bene personale.
2. Ora ne è separato a causa del peccato
Gen. 3:22-24 / Isaia 59:2 / Rom. 3:23
Peccando, cioè disubbidendo, l’uomo ha detto basta alla sottomissione e quindi al governo di Dio sulla sua vita. Lo Spirito di Dio ha perciò abbandonato il cuore dell’uomo, che si è trovato, così, solo con se stesso e le sue risorse naturali (5 sensi, energia fisica, capacità intellettuali e sentimentali), ma anche esposto, però, all’influenza maligna nelle sue scelte.
3. E’ nell’impossibilità di tornare a vivere alla presenza di Dio
Giov. 8:34 / Rom. 8:5-7 / 1 Cor. 2:14
L’uomo non ha il potere, né l’autorità per reintrodurre nel suo cuore lo Spirito di Dio. Il suo spirito, poi, non lo desidera neppure, mentre la sua autosufficienza non è disposta ad accettarLo come governatore della sua vita. L’uomo è diventato schiavo di queste sue tendenze, si trova come in un carcere da cui non sa più come uscire.
4. Dio promette di riscattare l’uomo inviandogli il Suo Spirito
Ger. 31:31-34 / Ezech. 36:24-36
Solo un intervento soprannaturale di Dio può spezzare questo circolo vizioso in cui si trova l’uomo e reintrodurre nel cuore della Sua creatura il Suo Spirito. Ciò è possibile per il potere di cui dispone e per la misericordia che motiva le Sue azioni.
5. Cristo ha sconfitto il peccato, causa della separazione
Rom. 8:3-4 / 1 Pietro 4:1-2 / Ebrei 9:26
Cristo, secondo Adamo, nato sia con lo spirito umano, caratterizzato dal principio dell’egoismo, che con lo Spirito Santo, caratterizzato dal principio dell’amore, non ha mai permesso che il peccato lo dominasse, ma si è lasciato sempre governare dallo Spirito di Dio. La Sua sottomissione ha impedito l’azione del peccato e la separazione da Dio che ne sarebbe derivata. Ha vissuto, quindi, in perfetta unione e armonia con il Padre.
6. Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, ha vinto la morte
2 Tim. 1:8-10 / Ebrei 2:14-15 / Apoc. 1:18
Cristo, sceso nel soggiorno dei morti, luogo di eterna separazione e incomunicabilità con Dio, non vi è stato trattenuto, perché il potere del Padre lo ha liberato da quella condizione e lo ha elevato alla Sua presenza nel terzo cielo. La morte non ha potuto impossessarsi di Gesù e dominarlo per tutta l’eternità. Noi nasciamo morti alla conoscenza di Dio e alla capacità di mettere in atto la Sua Parola, ma il potere di Dio che ha fatto risorgere Gesù può far risorgere anche noi, inviandoci lo Spirito di Cristo e creando così un collegamento diretto fra noi e Lui. La vita di Dio, cioè la capacità di conoscerlo e di servirlo, riemerge nei nostri cuori grazie alla presenza di Gesù.
7. Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, è asceso al Padre
Efes. 4:8-10 / Ebrei 6:17-20 ; 9:24
Lo Spirito di Gesù, rimasto incontaminato dal peccato, si è identificato totalmente con lo Spirito di Dio, che dimorava nel Suo cuore. Gesù e il Padre erano “uno”. Se Dio, quindi, governava la Sua vita, Gesù poteva essere ammesso nel Suo regno. Per questo venne elevato al terzo cielo, la dimensione dove dimora Dio, la dimensione dell’ eterna e santa presenza di Dio.
8. Cristo siede alla destra del Padre
Giov. 17:5 / Efes. 1:20-21 / Ebrei 10:11-13 / 1 Tim. 3:16
Gesù aveva terminato la Sua opera e così poteva riposarsi sul trono di Dio. Questo Suo sedersi sul trono conferma anche l’autorità che Gli era stata concessa sul maligno, sul peccato e su tutta l’opera creata. A differenza del Sommo Sacerdote che, dopo essere entrato con del sangue e terminati i rituali imposti, doveva uscire dal Luogo Santissimo, cioè dalla presenza di Dio, Gesù, sedendosi, si mantiene in quella posizione e può restare alla presenza dell’Eterno nei secoli dei secoli. L’uomo che riceve Gesù nel suo cuore, quindi, si trova alla presenza di Dio e può avere comunione con Lui.
9. Cristo riceve lo Spirito Santo promesso
Giov. 15:26 / Atti 2:33
Gesù, finita la Sua missione, ritorna a possedere la gloria che aveva prima della Sua incarnazione e manifestata ai Suoi discepoli sul monte della trasfigurazione. Il Padre Gli concede, così, tutte le prerogative divine che erano già Sue: onnipotenza, onniscienza e onnipresenza. Tutto il potere è ora nelle Sue mani, anche il potere per santificare, cioè la persona dello Spirito Santo, che userà per la trasformazione degli uomini a Sua immagine.
10. Cristo invia lo Spirito Santo per liberare dalla schiavitù i prigionieri del diavolo
Isaia 61:1 / Giov. 14:16-26 ; 16:7-14 ; 8:32-36 / 2 Cor. 3:17
Cristo, ritornato onnipotente, onnisciente e onnipresente, può ora far entrare il Suo Spirito, che è Santo, nei cuori degli uomini. Questa nuova realtà introduce in chi la riceve il desiderio e la forza per servire Dio, liberandolo dal potere schiavizzante del peccato e dall’influenza satanica.
11. Il peccatore che crede in Gesù è ora, per mezzo dello Spirito Santo, alla presenza di Dio
ed ha nuovamente comunione con Lui
Gal. 4:4-6 / Efes. 1:3 ; 2:6,18 ; 3:12
La persona che riceve lo Spirito Santo di Gesù, se alimenta l’influenza alla santità che da Lui proviene, ha Dio vivente nel suo cuore. Si è, così, ripristinato il contatto con Dio e per l’uomo è possibile ascoltare, comprendere e servire la Sua volontà.