Propiziazione
Jilasterion: Il luogo di propiziazione
Jilasmos: Ciò che propizia, rende favorevole, placa; un sacrificio propiziatorio
1. L'ira di Dio si manifesta contro il peccato
Giov. 3:36 / Rom. 1:18 ; 2:5-8 / Col. 3:5-7
La caduta di Lucifero dal terzo cielo e la cacciata di Adamo ed Eva dall'Eden dimostrano la totale
avversione di Dio nei confronti del peccato. Nel suo Regno non c'è trasgressione che possa venir
tollerata, per quanto piccola sia, così come in una sala chirurgica, per evitare infezioni, non
possono essere ammessi microbi e batteri. La realtà dell'ira di Dio contro il peccato si manifesta
chiaramente nella condanna che Lui stesso ha preannunciato contro coloro che persevereranno in
questa attitudine, cioè il fuoco eterno dell'inferno.
2. Siamo tutti figli d'ira, perché tutti abbiamo peccato
Rom. 5:12 / Efes. 2:1-3
Tutti gli uomini, per essere dei peccatori, sono oggetto dell'ira di Dio e, quindi, passibili della
condanna all'inferno.
3. Dio vuole esserci propizio
Salmo 85:10 ; 103:8-12 / Ebrei 4:14-16
Dio odia il peccato, ma ama il peccatore e, così, non vorrebbe vedersi costretto a condannare
tutte le sue creature. Il suo cuore lo spinge ad essere benevolo con gli uomini e a trovare una
soluzione che soddisfi tanto la sua giustizia quanto il suo amore.
4. Cristo ci salva dall'ira di Dio
Rom. 5:8-9 / 1 Tess. 1:10
Cristo è lo strumento che placa l'ira di Dio e annulla la condanna già sentenziata su colui che
pecca.
5. Cristo è la propiziazione per i nostri peccati
1 Giov. 2:2 ; 4:10
Cristo, pur rimanendo noi dei peccatori, è Colui che ci rende Dio benigno, favorevole, pronto a
perdonarci e a benedirci.
6. Il sangue di Cristo ci rende Dio propizio
Rom. 3:23-26
Così come il sangue dà vita al corpo, che è quindi in grado di muoversi e agire, lo Spirito produce
le motivazioni, cioè dà vita a quegli atteggiamenti (buoni o cattivi) che il corpo poi concretizza
materialmente nelle relazioni quotidiane. Lo Spirito di Cristo non si è lasciato mai soggiogare
dal peccato ed è rimasto santo, incorrotto ed ubbidiente al Padre. Non c'è quindi ira per Cristo,
ma compiacenza da parte di Dio. Chiunque riceve questo Spirito santo, riceve il potere per
vincere il peccato che dimora in lui. E dove il peccato è vinto non c'è più posto per l'ira di Dio,
ma per la sua misericordia e per le sue benedizioni, cioè per il suo amore.
7. Il propiziatorio, simbolo del valore del sacrificio di Cristo
Esodo 25:17-22 / Lev. 16:1-15
Il propiziatorio, una lastra di oro puro posta sull'Arca all'interno del Luogo Santissimo, era il
punto dove il Sommo Sacerdote depositava il sangue di un animale sacrificato. Questo rito era
indispensabile affinché il Sommo Sacerdote potesse comparire davanti a Dio, una volta all'anno,
nel giorno dell'Espiazione. Il sacrificio di questo animale innocente rappresenta il sacrificio di
Cristo, l'unico sacrificio che Dio accetti e che permette all'uomo di ritrovare la via della
comunione con il Padre celeste. Il sacrificio di Cristo inizia con la sua incarnazione, con
conseguente rinuncia alla sua divinità, prosegue con l'ubbidienza al Padre, con la relativa rinuncia
alla sua regalità, e finisce con la morte in croce, dove rinuncia al suo ruolo di Giudice per
lasciarsi giudicare, anche se ingiustamente, ma con lo scopo di offrire agli uomini la salvezza. Il
sacrificio di Cristo, cioè il suo sangue versato per noi, ossia il suo Spirito santo, incorrotto, che
ha motivato ogni sua azione e che adesso è sparso su ogni essere umano che lo accetta in fede, è
gradito a Dio e ogni uomo che si presenta davanti a Lui ripieno dello Spirito di Cristo trova la
sua accettazione, la sua benevolenza, il suo favore e le sue benedizioni.