QUANDO LA CARNE PREVALE SULLO SPIRITO
Oltre a questa meditazione il pastore Lamberto Fontana ha scritto quattro libri:
Essere “nato di nuovo” non garantisce una vita centrata nello Spirito e un percorso obbligato di maturazione spirituale, a somiglianza di Gesù Cristo. La vita cristiana è il frutto di una decisione quotidiana, come ci dice la Scrittura: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi seguiti. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per me, esso la salverà” (Luca 9:23-24).
La nostra natura umana non sparisce, quindi, con la conversione e la nostra capacità di tornare al peccato rimane integra. Per seguire il nostro Maestro, allora, e comportarci secondo i suoi insegnamenti bisogna saper discernere i desideri della carne presenti in noi e combatterli nel potere dello Spirito: “Noi siam debitori non alla carne per viver secondo la carne; perché se vivete secondo la carne, voi morrete; ma se mediante lo Spirito mortificate gli atti del corpo, voi vivrete; poiché tutti quelli che son condotti dallo Spirito di Dio, son figliuoli di Dio” (Romani 8:12-14).
Un cristiano, perciò, può lasciarsi dominare dalla carne e comportarsi secondo gli schemi della vecchia natura, rischiando in questo modo di perdere persino la salvezza, cioè di contristare, prima, lo Spirito di Gesù presente in lui e poi di spegnerlo. Vediamo, a questo proposito, l’esempio di Lot così come ci viene presentato nel libro di Genesi.
1) Lot vuole per sé le promesse di Dio.
“Or L’Eterno disse ad Abramo: Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò: e io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione: e benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra. E Abramo se ne andò, come l’Eterno gli aveva detto, e Lot andò con lui” (Genesi 12:1-4).
Chi, dopo essere entrato in contatto con Dio e aver conosciuto le sue benedizioni e il suo potere, rifiuterebbe i benefici promessi dal Signore a chi lo segue? E così molti frequentano la Chiesa più per la speranza di ottenere favori e di vedere soddisfatti i propri bisogni, che per amore alla verità.
2) Lot entra in contesa con Abramo
“Abramo dunque risalì dall’Egitto con sua moglie, con tutto quel che possedeva e con Lot, andando verso il mezzogiorno di Canaan. Abramo era molto ricco di bestiame, d’argento e d’oro…Or Lot, che viaggiava con Abramo, aveva anch’egli pecore, buoi e tende. E il paese non era sufficiente perch’essi potessero abitarvi assieme; poiché le loro facoltà erano grandi ed essi non potevano stare assieme. E nacque una contesa fra i pastori del bestiame d’Abramo e i pastori del bestiame di Lot” (Genesi 13:1-7).
Così come in quella terra non c’era posto per due simili entità di bestiame, perché l’una avrebbe tolto nutrimento all’altra, anche nel nostro cuore non c’è posto per due realtà tanto contrastanti tra loro come carne e spirito, come la nostra natura umana e la natura divina di Gesù. Le promesse di Dio sono per Abramo, cioè per lo spirito, e sono ottenibili solo con l’ubbidienza e la sottomissione. Lot, che rappresenta l’attitudine della carne, “ha l’animo alle cose della carne…e ciò a cui la carne ha l’animo è morte…poiché ciò a cui la carne ha l’animo è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio, e neppure può esserlo; e quelli che sono nella carne, non possono piacere a Dio” (Romani 8:5-8). I desideri umani, le passioni umane, la giustizia umana, le mete umane vogliono il loro spazio, non vogliono cedere per nessuna ragione e il conflitto con i principi di vita dello Spirito diventa inevitabile.
3) Lot si lascia guidare dal proprio istinto egoista, carnale
“E Abramo disse a Lot:, Deh, non ci sia contesa fra te e me, né fra i miei pastori e i tuoi pastori, poiché siamo fratelli! Tutto il paese non sta esso davanti a te? Deh, separati da me! Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; e se tu vai a destra, io andrò a sinistra. E Lot alzò gli occhi e vide l’intera pianura del Giordano. Prima che l’Eterno avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta quanta irrigata fino a Tsoar, come il giardino dell’Eterno, come il paese d’Egitto. E Lot scelse tutta la pianura del Giordano, e partì andando verso oriente. Così si separarono l’uno dall’altro. Abramo dimorò nel paese di Canaan, e Lot abitò nelle città della pianura” (Genesi 13:8-11).
Lot non è guidato dallo Spirito come Abramo, che rimane a Canaan in ubbidienza alle direttive di Dio, ma dalla concupiscenza degli occhi e della carne. Sceglie, infatti, la situazione migliore per allevare con il massimo profitto il suo bestiame e per godere del contatto con altre popolazioni. Lo Spirito Santo porta alla rinuncia, al deserto, alla sofferenza, perché vuole formare in noi dei valori eterni, spirituali, simili al carattere di Gesù e non un piacevole stato temporale. Lot, invece, cerca il cammino facile, soddisfacente, prospero sul piano materiale, in un’ottica prettamente e limitatamente terrena, fuori quindi dalla terra di Canaan, fuori cioè dalla volontà di Dio.
4) Lot si lascia attirare dal mondo
“Abramo dimorò nel paese di Canaan, e Lot abitò nelle città della pianura e andò piantando le sue tende fino a Sodoma. Ora la gente di Sodoma era scellerata e oltremodo peccatrice contro l’Eterno” (Genesi 13:12-13) ; “E i vincitori presero tutte le ricchezze di Sodoma e di Gomorra, e tutti i loro viveri, e se ne andarono. Presero anche Lot, figliolo del fratello di Abramo, con la sua roba; e se ne andarono. Lot abitava in Sodoma” (Genesi 14:11-12).
Lasciata Canaan, Lot si avvicina progressivamente a Sodoma fino al punto di andarvi ad abitare. E’ la conclusione logica per Lot, che ama il mondo più di Dio, che ha comunione col mondo più che con Dio e che cerca il mondo più di quanto cerchi Dio.
Chi si allontana dalla Chiesa generalmente non lo fa mai di colpo, perché è pur sempre cosciente che la Parola di Dio è l’unica verità esistente, ma si convince un po’ alla volta che è possibile rimanere cristiani anche fuori dalla comunità. Così riduce la sua frequenza ai culti, trascura come conseguenza la sua lettura privata della Parola, non sente più il bisogno di avere dei momenti di devozione personale e si ritrova a condividere la mentalità e le mete della gente del mondo, di cui adesso si circonda. “Niuno può servire a due padroni; perché o odierà l’uno ed amerà l’altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona” (Matteo 6:24) ; “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo: Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. Poiché tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è dal Padre, ma è dal mondo. E il mondo passa via con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio dimora in eterno” (1 Giovanni 2:15-17).
5) Lot diventa schiavo del mondo
“E i vincitori presero tutte le ricchezze di Sodoma e di Gomorra, e tutti i loro viveri, e se ne andarono. Presero anche Lot, figliolo del fratello di Abramo, con la sua roba; e se ne andarono. Lot abitava in Sodoma” (Genesi 14:11-12).
Scherzando col mondo prima o poi ti ritroverai incatenato, sotto il giogo del Maligno. Di solito non succede subito e così tu pensi di poter continuare in questo modo, un piede e mezzo nel mondo e mezzo in Dio, ma arriverà il giorno della resa dei conti.
Oltre a Lot, l’esempio più classico di sottovalutazione del peccato è quello di Sansone. Giocando con Dalila, la meretrice, rivela, dopo l’ennesimo rapporto intimo, il segreto della sua forza e così viene preso prigioniero dai Filistei. “Allora ella gli disse: Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli, svegliatosi dal sonno, disse: Io ne uscirò come le altre volte, e mi svincolerò. Ma non sapeva che l’Eterno s’era ritirato da lui. E i Filistei lo presero e gli cavaron gli occhi; lo fecero scendere a Gaza, e lo legarono con catene di rame. Ed egli girava la macina nella prigione” (Giudici 16:20-21).
Stiamo attenti a non confidare troppo nella misericordia di Dio o nella nostra capacità di sottrarci a nostro piacimento dal potere della carne, del mondo e del Maligno, perché quando il peccato è volontario si corre il rischio di spegnere lo Spirito e di rimanere schiavi del peccato (Giovanni 8:34).
6) Lot persevera nella carne, non riconosce il richiamo di Dio e non cerca la sua presenza
Abramo libera suo nipote: “E Abramo, com’ebbe udito che il suo fratello era stato fatto prigioniero, armò 318 dei suoi più fidati servitori ed inseguì i re fino a Dan…Egli coi suoi servi li sconfisse…E ricuperò tutta la roba, e rimenò pure Lot suo fratello, la sua roba, e anche le donne e il popolo” (Genesi 14:1416). Il potere di Dio, unitamente alla sua misericordia, ci libera dal peccato e dalla schiavitù che ne deriva, ma dobbiamo camminare nella luce della Parola per rimanere liberi. Lot, invece, torna a Sodoma, come ci rivelano le Scritture: “Or i due angeli giunsero a Sodoma verso sera; e Lot stava sedendo alla porta di Sodoma; e, come li vide, s’alzò per andar loro incontro e si prostrò con la faccia a terra, e disse: Signori miei, vi prego, venite in casa del vostro servo, albergatevi questa notte, e lavatevi i piedi…Fece loro tanta premura, che vennero da lui ed entrarono in casa sua…Ma prima che si fossero coricati, gli uomini della città, i Sodomiti, circondarono la casa” (Genesi 19:1-4). Tornando a Sodoma, Lot manifesta la sua tendenza e il suo desiderio di camminare secondo i principi della carne senza considerare la volontà di Dio per la sua vita. Le mura di Sodoma sono la sua protezione per i suoi affari, i suoi affetti, le sue abitudini, le sue aspirazioni, ma, come già avvenuto nel passato, si riveleranno troppo deboli per garantirgli vera sicurezza.
7) Lot indugia a seguire la volontà di Dio
“E quegli uomini dissero a Lot: Chi hai tu ancora qui? Fa’ uscire da questo luogo generi, figlioli, figliole e chiunque dei tuoi è in questa città; poiché noi distruggeremo questo luogo, perché il grido contro i suoi abitanti è grande nel cospetto dell’Eterno, e l’Eterno ci ha mandati a distruggerlo…E come l’alba cominciò ad apparire, gli angeli sollecitarono Lot, dicendo: Levati, prendi tua moglie e le tue due figliole che si trovan qui, affinché tu non perisca nel castigo di questa città. Ma egli s’indugiava; e quegli uomini presero per la mano lui, sua moglie e le sue due figliole, perché l’Eterno lo voleva risparmiare; e lo menarono via e lo misero fuori dalla città” (Genesi 19:12-16).
Lot ha ormai profonde radici nel mondo e trova grosse difficoltà a dare un taglio netto a quel suo stile di vita, anche di fronte all’imminenza del castigo. Sembra assurdo, ma è così! Lot, con le sue decisioni, ha dato vigore al potere della carne e si trova nella condizione descritta
da San Paolo: “Io mi trovo dunque sotto questa legge: che volendo io fare il bene, il male si trova in me. Poiché io mi diletto nella legge di Dio, secondo l’uomo interno; ma veggo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente, e mi rende prigione della legge del peccato che è nelle mie membra. Misero me uomo! Chi mi trarrà da questo corpo di morte?” (Romani 7:21-24).
Lot, infatti, crede che quegli uomini siano inviati da Dio e non dubita delle loro parole minacciose, perché si rivolge ai suoi generi in questi termini: “Levatevi, uscite da questo luogo, perché l’Eterno sta per distruggere la città” (Genesi 19:14). Non ha, però, la forza per applicare a se stesso quel consiglio, perché è prigioniero del peccato, della carne, dei suoi stimoli e desideri umani, e soprattutto non riesce a fare ciò che sarebbe essenziale in quel momento: “Ora, se l’occhio tuo destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché val meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, e non sia gettato l’intero tuo corpo nella geenna. E se la tua man destra ti fa cadere in peccato, mozzala e gettala via da te; poiché val meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, e non vada l’intero tuo corpo nella geenna” (Matteo 5:29-30).
Avendo poi messo l’accento con grande enfasi sulla misericordia di Dio, non riusciamo a credere che Lui possa essere così severo, come di fatto lo è stato nel caso delle popolazioni di Sodoma e Gomorra, non avendo una lucida capacità di discernimento, perché il peccato ci acceca la mente, non pensiamo di agire in un modo non gradito al Signore e, non avendo tolto la trave dal nostro occhio, riteniamo che siano gli altri più di noi a meritare il giusto giudizio divino.
8) Lot vuole continuare a determinare la sua vita, pur avendo visto la grazia di Dio
“E avvenne che quando li ebbero fatti uscire, uno di quegli uomini disse: Salvati la vita! Non guardare indietro, e non ti fermare in alcun luogo della pianura; salvati al monte, che tu non abbia a perire! E Lot rispose loro: No, mio signore! Ecco, il tuo servo ha trovato grazia agli occhi tuoi, e tu hai mostrato la grandezza della tua bontà verso di me conservandomi in vita; ma io non posso salvarmi al monte prima che il disastro mi sopraggiunga, ed io perisca. Ecco, questa città (Tsoar) è vicina da potermici rifugiare, ed è piccola. Deh, lascia che io scampi quivi e vivrà l’anima mia!” (Genesi 19:17-20).
Non basta aver visto e conosciuto la grazia di Dio per diventare suoi servi devoti e fedeli. Non è una decisione umana o un senso di gratitudine umana (vedi il racconto dei 10 lebbrosi di Luca 17:11-19) che ci porterà a sottometterci alla volontà di Dio, dedicando il resto dei nostri giorni alla ricerca e alla conquista di quei valori così apprezzati dal Signore: umiltà, mansuetudine, ubbidienza, sottomissione, compassione, misericordia, perdono, sopportazione, tolleranza, dominio proprio, pazienza, perseveranza, cioè amore per Dio e per il prossimo. Infatti: “Il cuore è ingannevole più d’ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi lo conoscerà? Io, l’Eterno, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni” (Geremia 17:9-10), per cui solo la disciplina a cui Dio vorrà sottoporci potrà portare del frutto a Lui gradito: “Figliol mio, non far poca stima della disciplina del Signore, e non ti perder d’animo quando sei da Lui ripreso; perché il Signore corregge colui ch’Egli ama, e flagella ogni figliolo ch’Egli gradisce. E’ a scopo di disciplina che avete a sopportare queste cose. Iddio vi tratta come figlioli; poiché qual è il figliolo che il padre non corregga…Egli lo fa per l’util nostro, affinché siamo partecipi della sua santità. Or ogni disciplina sembra, è vero, per il presente non esser causa d’allegrezza, ma di tristezza; però rende poi un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati per essa esercitati” (Ebrei 12:5-7,10-11).
9) Lot perde tutto
“Lot salì da Tsoar e dimorò sul monte insieme con le sue due figliole, perché temeva di stare in Tsoar; e dimorò in una spelonca, egli con le sue due figliole” (Genesi 19:30).
La conclusione di una vita centrata sul proprio Ego, dimenticando e trascurando la volontà di Dio, è il vuoto e la solitudine spirituale, è la separazione dalla fonte di vita, è l’assenza di benedizioni dal Cielo. Lot si era unito allo zio Abramo per entrare a far parte del progetto e delle benedizioni di Dio, ma la sua tendenza a voler sfruttare per fini egoistici la presenza del Re dei re nella sua vita non solo gli ha impedito di godere il frutto delle promesse del Signore, ma l’ha portato a perdere tutto. “Ora, se uno edifica su questo fondamento (Gesù Cristo) oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera di ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno ha da apparire qual fuoco; e il fuoco farà la prova di quel che sia l’opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, ei ne riceverà ricompensa; se l’opera sua sarà arsa, ei ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo, però come attraverso il fuoco” (1 Corinzi 3:12-15).